Ospite del podcast “Spazi ai Giovani – Voci al Centro” è stato Domenico Leggio, direttore della Caritas diocesana di Ragusa.
Domenico ha parlato con gli speaker di come si configura l’attività della Caritas nel centro storico e delle linee di intervento e di relazione che, nel tempo, essa ha istituito con la comunità come i servizi offerti dal Centro di ascolto, dal servizio mensa del “Centro ristoro San Francesco” o dall’emporio solidale che permette ai bisognosi di selezionare e reperire in autonomia e con responsabilità i generi di necessità di cui hanno bisogno.
Notevole per l’intervistato, nell’ottica della piena efficienza dei servizi assistenziali, è il lavoro di rete, condotto in sinergia di sforzi con gli altri enti che insistono nel territorio. Un tipo di organizzazione e coordinazione che viene portato avanti anche grazie a sistemi informatici che permettono di entrare in contatto con diversi progetti di volontariato sia a livello locale che nazionale.
Tuttavia, fra i servizi citati Domenico tiene a rilevare la preminenza del Centro di ascolto che definisce «un’antenna d’ascolto privilegiata» per intercettare gli umori e lo stato di bisogno della comunità che si rivolge alla Caritas. L’attività del Centro di ascolto dà modo di valutare le condizioni sociali e demografiche dei richiedenti aiuto, e consente di pensare e attuare interventi mirati. Peraltro, secondo Domenico il vero ascolto, che il centro si impegna a offrire, va oltre la necessità contingente di chi vi si rivolge e cerca di comprendere i bisogni sostanziali e profondi di queste persone.
L’ospite si è soffermato poi sulla questione annosa della mancanza di spazi aggregativi, sentita da lui stesso come un vulnus alla vitalità del quartiere. Domenico rileva inoltre come questa non sia una mancanza soltanto per le fasce demografiche più giovani bensì anche per l’intera comunità residente: l’assenza di luoghi e spazi di confronto rende sterile il quartiere e isola tra loro le fasce anagrafiche concorrendo ad aggravare un già piuttosto pronunciato divario generazionale. Oltretutto, la presenza di luoghi d’aggregazione e servizi che permettano, e non solo ai residenti, di vivere pienamente il centro storico contribuirebbe, secondo Domenico, a contrastare quei fenomeni di microcriminalità che affliggono il quartiere.
La prospettiva di Domenico è chiara: anche nell’ottica di guadagnare nuove adesioni ai progetti di volontariato, che vivono una fase di crisi in termini di risorse umane, è necessario un networking importante per imporre strategie che, attraverso meccanismi come il servizio civile o anche l’alternanza scuola-lavoro, permettano agli enti di comunicare con le fasce anagrafiche più giovani trasmettendo la speranza che l’impegno sul proprio territorio non sia un impegno a vuoto.
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