Tessere Cultura
evento finale

I bambini possono essere tutto ciò che vogliono, un giorno sono dei giardinieri e un altro degli abili osservatori che inventano storie. Protagoniste dei loro racconti sono le case, quelle abbandonate. Di notte, si sa, camminare per le strade disabitate può spaventare un po’ ed è così che i nostri bambini diventano disegnatori di immagini da proiettare sui muri o per terra. Basta poco per non aver paura, servono solo fantasia e una torcia!

Laboratorio e lettura animata a cura di Elisa Alescio.
Attività per i bambini del quartiere, le opere saranno visitabili alla fine del laboratorio.

Vico Fiori e Via Velardo, un tempo erano abitati, i bambini giocavano in strada, i vicini di casa erano soliti riunirsi per fare il pane insieme, o chiacchierare fuori fino a tarda notte: sono i tempi passati quelli che vorremmo rievocare, dove la lentezza aveva il suono delle risate.

Il progetto, nato tre anni fa, mira alla riqualificazione di spazi urbani in stato di degrado. L’obiettivo è quello di far rivivere vicoli e stradine tramite interventi artistici. L’arte è un potente mezzo in grado di riscattare una quotidianità perduta, capace di trasformare lo spazio di nessuno in un luogo di comunità.

Le installazioni e gli interventi di poster art, a cura del Collettivo Ocra, ricreeranno degli ambienti familiari.

Ritratti di comunità è nato dall’idea di trasformare i volti degli abitanti in opere d’arte, e le loro strade in musei a cielo aperto. Il progetto è una mostra itinerante e semi permanente di autoritratti realizzati dalle persone conosciute durante le passeggiate in Via Velardo e dintorni. Ritratti di comunità ha l’ambizione di arricchirsi di volti nuovi e di creare nuovi legami.

Palazzo Cosentini (2° piano) mostra dei disegni degli abitanti di via Velardo.
Vicoli di via Velardo installazioni e interventi di poster art.

Vogliamo tornare a giocare in strada! Vi invitiamo a giocare con noi in piazza Carmine e in piazzetta Velardo. Che giochi faremo? È una sorpresa!

(EVENTO ANNULLATO) La pittrice descrive con le sue opere, il corpo con tutte le sue sfumature e si rivede nelle ombre che trascinano il visitatore nel surreale, nell’anonimo, in un qualcosa che è anima, che è immagine che non appartiene al corpo ma che è espressione trasfigurato, del proprio io, del suo essere in quell’istante. E così le ombre si muovono non sempre in simbiosi con il corpo ma conquistano la loro spiritualità trasferendo, al visitatore attento, il momento creativo dell’artista. Inseguita dalle ombre trascorre, la sua giovinezza, la sua adolescenza, la sua maturità.

Chiesa di San Bartolomeo.